Pavimenti e rivestimenti: Consigli, Consulenza, Consapevolezza.
Pavimenti e rivestimenti: Consigli, Consulenza, Consapevolezza
L’avvento di internet può renderci maggiormente consapevoli della qualità del pavimento o rivestimento che acquistiamo, il progresso tecnologico ha moltiplicato le opportunità di scelta ma se vogliamo realizzare un buon lavoro dobbiamo constatare l’effettiva preparazione del consulente che abbiamo scelto, come fare? Informarsi e formarsi in modo da porre domande specifiche e verificando la “vision” e le conoscenze del nostro interlocutore.
Io credo che un buon pavimento sia generato “nella e dalla” fiducia reciproca, questa non garantisce la perfetta esecuzione, ma ne è sicuramente la premessa.
Al momento della scelta dei pavimenti o rivestimenti bisogna lasciarsi guidare dall’emozione e affidarsi ad un tecnico che compia la giusta assistenza alla realizzazione dell’opera, ecco alcuni spunti per comprendere il suo grado di preparazione:
- Il tono: ogni cottura determina sfumature differenti, sebbene impercettibilmente, i colori cambiano al variare di pochi gradi in cottura;
- La stonalizzazione: per indicare il grado di stonalizzazione, alcune Aziende Ceramiche, evidenziano in catalogo il coefficiente “V”, questo indica quanto è stonalizzato il prodotto e il grado di disomogeneità del disegno;
- Il grado di ruvidità superficiale del pavimento: il gres porcellanato ha differenti gradi di ruvidità in funzione all’utilizzo per cui è stato progettato, in linea di massima diciamo che in interno si consiglia R9; per esterno R10 ed R11; alcune ceramiche propongono una soluzione innovativa attraverso la quale la superficie del gres porcellanato, bagnandosi, acquisisce maggiore ruvidità;
- Poco prima della cottura, sull’impasto che poi diverrà gres porcellanato, viene impressa un’immagine replicata in modo quasi casuale. Il disegno non può mai essere valutato sulla singola piastrella ma dovrà esserlo sul pavimento finito, la composizione delle piastrelle di gres porcellanato disegna una grafica ben differente dalla piastrella singola, su una singola lastra la disomogeneità del disegno può dare un effetto sgradevole (il grande formato non sempre è “vincente”!);
- Il calibro: terminata la cottura, la piastrella può essere rettificata in modo da avere i bordi perfettamente ortogonali, sia in sezione verticale che in proiezione orizzontale; attenzione però, se non è rettificata ogni cottura determina un calibro/grandezza differente;
- Pasta bianca: alcuni gres porcellanati vengono prodotti con inerti molto chiari, questo, in data di oggi, consente la formazione di disegni tridimensionali oltre che l’opportunità di realizzare colorazioni molto chiare e uniche; il gres porcellanato in “pasta bianca” non sono meccanicamente così resistenti come i gres porcellanati tradizionali;
- E’ per pavimento o rivestimento? Non esistono gres porcellanati che non si graffiano, tutti i gres (fino a 10 mm di spessore) vengono tagliati in cantiere con attrezzi artigianali che agiscono per sfregamento superficiale, tutti si graffiano, diversamente non sarebbero lavorabili con attrezzi “a secco”;
- Gli spigoli: la lavorazione degli spigoli esterni può essere eseguita con profili coprigiunto oppure con lavorazione ad angolo smussato (alcune ceramiche hanno ricominciato a produrre gli angoli smaltati…. refuso degli anni 50/60… bellissimi!), la percezione visiva cambia molto; mi aspetterei che un buon consulente sappia mostrare la differenza anche con particolari costruttivi sul posto;
- Il sopralluogo: un buon consulente, per comprendere le variazioni cromatiche con il variare della luce, ti proporrà di portare i materiali scelti nel luogo in cui verranno installati, durante il sopralluogo stesso, potrà darti preziosi consigli su come progettare la pavimentazione ipotizzando le “linee di posa” e le “partenze”;
Mi fermo a queste valutazioni, ce ne sarebbero molte altre che saranno oggetto del prossimo approfondimento sulla posa del gres porcellanato e pavimenti in genere.